Il mistero della vita
13 Settembre 2019

Resterò bambino

Resterò bambino
Cosa è cambiato di quel tempo
dove i sogni dipingevano orizzonti inesplorati
e cieli impossibili da navigare;
tutto sembrava così vicino,
ad un palmo dalle mani,
dove gli occhi toccavano e il cuore ricamava.

Cosa è cambiato di quelle giornate
dove ci si teneva per mano
con il cuore a scrivere il domani,
dove la spensieratezza era di casa
e la verità l’unica lingua parlata per amare,
senza esclusioni di credo, appartenenza,
colore di pelle e vincoli d’amore.

Cosa è cambiato di quando eravamo bambini,
ci si scambiava la maglietta, si divideva la merenda,
si faceva a botte per l’amico del cuore,
si rideva e si piangeva per amore;
uno per tutti e tutti per uno, mentre il tempo,
sulle ali dei pensieri ci sfuggiva
oltre l’immensità del mare e noi coi sogni
a rincorrere gli anni del nostro domani.

Cosa è cambiato di quei progetti condivisi,
di storie cucite addosso col mastice della lealtà,
della libertà, dell’amicizia indissolubile,
e liberi come il vento fischiettando si ritornava a casa
ognuno per la sua strada,
a prescindere dal sole, dalla pioggia e dalle stagioni
che si susseguivano senza alcuna prerogativa,
ma in noi c’era la consapevolezza di esistere, di vivere la vita.

Ora sono qui,
nella fitta nebbia d’un cielo adombrato di speranza,
sogni invecchiati come le foglie di questo albero piantato
a ridosso della mia casa, ma nulla per me è cambiato,
il cuore continua a sognare quel bambino che correva sui prati,
e con il suo aquilone in mano
si lasciava trasportare dove si dilunga il mare.

Non sarò suddito dell’egoismo, arciere dell’indifferenza,
un condottiero dell’avidità che acceca i sentimenti,
ma sarò la libertà del pensiero libero, libero come il vento,
un eterno gladiatore che lotta
per difendere i sogni di quand’ero bambino,
in un mondo che ha smarrito la gioia di vivere l’altruismo,
l’amicizia, l’amore fraterno e anche il coraggio di lottare
per le ingiustizie e la libertà.

Non piangerò sulla tomba dei ricordi
ma per tutto ciò che il mio cuore ancora si commuove;
e finché ci sarà un cielo illuminato sulla mia testa
e un’anima che pulsa amore nel mio petto
non tacerò alla stupidità degli avari negrieri del male
che affondano nell’imponente mare l’umile speranza.

Resterò bambino, si bambino, un eterno bambino,
e affiderò come sempre i miei sogni al vento,
che il mio cuore ha scritto sulle pagine del tempo,
e chiusi nella bottiglia della vita lentamente se ne vanno a riva
come solchi di un mare inquieto,
fino a quando il cielo non placa il suo naturale corso
e il sole spegne la sua luce sull’andare dei miei giorni.

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