…tinti di cenere
24 Ottobre 2019

La guerra dei vinti

Ho ripiegato tante volte il mio pensiero
come un paracadute ancorato su una barca a vela,
ma non mi sono arreso alla borghesia
di qualche astuto levriero né al suo condottiero
con la convinzione di avere il popolo al suo potere.

Ho creduto, combattuto e perso
contro i pretoriani di un mondo avverso,
dove tutto trova spazio nel cortile del sacro impero,
ma il cuor che non si adegua al loro credo
sanguina amore e sogni di libertà vera.

Troppe maschere coprono i volti di costoro
che predicano sermoni di anime schiette,
e nei loro cuori c’è solo odio e mai amore che,
con lingua biforcuta,
decantano guerre mai vissute né combattute.

Quanta ipocrisia regna tra i moschettieri del Re,
libertà data come sogni in pasto al popolo
che a questo sentir d’amore non ha mai creduto,
ma disilluso lotta tutti i giorni ancora di più
per un riverbero di libertà, giustizia e dignità.

Più volte mi sono illuso e ricreduto che nella vita
non sarai mai nessuno se non lotti con coraggio e,
soprattutto, con la tua unica forza: la ribellione,
fino a quando il popolo non salirà sul trono
dei grandi vincitori,
dove la pace è un’arma per sconfiggere la guerra.

Mentre i levrieri, al servizio di un abile condottiero,
costruiscono col mastice delle illusioni regni di cartapesta,
il popolo, sulle ceneri di un tempo indissolubile,
continua a lottare per il suo credo
con la speranza che qualche giustiziere possa un giorno
far trionfare sui colli dei sogni la vera bandiera della libertà!

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