La tela del tempo
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Grigio d’estate
4 Novembre 2019

…tinti di cenere

Se potessi prosciugherei il mare dalle impurità;
svestirei il cielo da fumi e nembi insalubri
per ridare vivacità ai colori dell’iride,
che solcano l’opacità lungo l’intercalare dell’orizzonte;
e col vento spazzerei gli odori nefasti
che soffocano i fiori di primavera.

Se potessi diverrei cantastorie del tempo
per raccontare alle stelle
le vicissitudini impresse dai malfattori di zolle;
e lì, nella tetra distesa d’alberi monchi e aride praterie
m’incamminerei, a piedi nudi, verso sinuosi sentieri
per ritrovare la nitida luce della speranza.

E da quella luce che si erge dalla sorgente dell’infinito
si ravvivi l’aratro dei giusti che traccia la via;
e lì, nell’immensità vivente,
terra di profumi e miele inalterato,
germogli la vite che si espande sulle lagune
per ricolmare il cielo e il mare di moltitudine pura.

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