Eri tu
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Ottobre duemilaventi

Il telefono squilla, nel cuore l’attesa
la mano è tesa, il silenzio si fa rumore
pensieri avversi e per niente esaustivi
parole che gelano il cuore
è l’ora, l’ora dei ricordi narrativi
i giorni raccontano la fiamma del dolore
che brucia dentro più del sole

correva l’anno duemilaventi
la tempesta dei sogni invadenti
cuciti addosso col mastice del dolore
tutto di te avevo immaginato
questo inverno ha gelato il mio cuore
l’aspro tempo anche l’anima ha ingannato

come una foglia al vento caduta al sole
in silenzio sei andata via con amore
il cielo ha spento in tutti noi il tuo calore

fuoco e cenere è la vita che muore
in te si è spenta la fiamma dell’amore
come un colpo al cuore
la vita più volte ti ha ferita e tradita
oggi i tuoi occhi vedranno il sole
la vera luce sui monti del Signore

il silenzio accende la speranza
nella mente lacrime martellanti
la luce si è spenta nella tua stanza
correva l’anno duemilaventi
senza di te la vita è piena di dolore
l’amore ha perso il tuo calore

fuoco e cenere è la vita che muore
in te si è spenta la fiamma dell’amore
come un colpo al cuore
la vita più volte ti ha ferita e tradita
oggi i tuoi occhi vedranno il sole
la vera luce sui monti del Signore

doveva finire così, chissà?
doveva andare così, il cielo lo sa!
la tua vita nelle mani di uomini balordi
all’alba ti si è fermato il cuore
sono crude parole di esseri bugiardi
pagheranno al cielo l’acerbo dolore

correva l’anno duemilaventi
la tempesta dei sogni invadenti
correva l’anno duemilaventi
il ciclone dei ricordi viventi

Antonio Fiore – 27.12.2020
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