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RECENSIONE  DI  ROBERTA  PANIZZA

La poesia di Antonio Fiore “La tela del tempo” esprime il suo messaggio in modo scorrevole, tramite un linguaggio semplice ma efficace che, utilizzando rapide pennellate, dipinge davanti ai nostri occhi un paesaggio naturale che è anche percorso metafisico dell’intera umanità.

I versi liberi ci parlano infatti dello spettacolo dell’alba che è anche spettacolo del tempo scandito dal riproporsi quotidiano di un paesaggio di struggente bellezza là dove cielo e mare entrano in contatto e il bagliore delle stelle si smorza di fronte all’energica luce che si genera.

Ed è qui che, tramite le parole del poeta, giungiamo ad un livello superiore di significato e di concetti espressi e possiamo lasciarci guidare dall’interpretazione che l’autore dà a questo dipinto impresso sulla tela del tempo: una visione che propone un senso di speranza e riscatto per un’umanità troppo spesso martoriata da problemi e sofferenze.

Un’umanità che non deve sentirsi sola di fronte a tutto questo, ma credere in una entità superiore che non l’abbandona.


La tela del tempo

A margine del cielo

dove si dilunga il mare

si eleva il primo bagliore

-rosso fiamma-;

e mentre la gelida acqua dormiente

si colora innanzi,

le stelle affievolite si ritraggono

in un magico attimo

che si svuota delle sue ombre

per dare vigore al giorno che s’alza:

-è solo la cornice di un quadro indelebile

che si configura ininterrottamente

nell’immensità del tempo;

e là,

dove s’addormenta la notte e nasce il giorno,

il creatore dei cieli

ha deposto il suo riverbero sulla terra,

affinché  la luce dell’umanità

germogli l’infinita speranza-.

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